Intanto le news, ho aggiornato la classifica del CRASH per quanto riguarda gli Amatori e i Tiny, la classe Open dovrà recuperare una data. Novità nella classifica genereale: Ottavia ed Emilio scalano alcuni posti, Ottavia è in quarta posizione superando così Matteo Scarcello, ma siamo ancora a metà strada… Tra i piccoletti Flavio Cancellieri è diventato il terzo in classifica, a seguire Gabriel Ottaviucci e Alessandro Minutello che hanno entrambi saltato una tappa e dovranno darsi da fare per mostrare tutte le loro capacità.
Già questo discorso dimostra che si possa fare dello sport con lo skateboard, no? In fondo nelle radici della parola sport vuol dire qualcosa fatta ‘per diporto‘ ovvero per divertimento, non è proprio lo sport che rovina il divertimento quanto gli insegnanti se si credono dei caporali, oppure i genitori se ti costringono a fare lo sport che non ti piace o magari se non sostengono le tue scelte. Adesso come adesso lo skate viene al terzo posto, per chi viene alle lezioni di skateboard del Nino: 1.la scuola 2. lo sport 3. lo skate. Se fosse considerato uno sport – come difatti è – sicuramente ci sarebbero più skater!
E qui sarebbe la soluzione di una piccola disputa che va avanti in america: la campagna contro le tavole blank (non minilogo ma proprio senza grafica). Tutte le compagnie negli USA sono d’accordo che le blank prendono una fetta importante del mercato, così la IASC ha deciso per questa campagna che per alcuni versi cerca di aumentare ancora di più il culto dei pro al fine di vendere le loro tavole. Una company però ha deciso di farsi pubblicità ironizzando di peso sulla necessità dei pro, paragonandoli alle ragazze ‘da compagnia’. Un terzo sito è dedicato a criticare le company (non i pro) che da una parte invitano gli skateshop a ‘blastare’ le blank dall’altra li mettono in difficoltà vendendo le tavole anche ai negozi online.
Secondo me va ricordato un fatto basilare e cioè che lo skateboard è sempre andato per ondate successive. Lo skate è andato a picco negli USA (e di riflesso nel resto del mondo) alla fine degli anni ’60 perchè era troppo pericoloso (discese a manetta con ruote ‘di argilla’) e la crisi continuava negli anni ’70 per la guerra col Vietnam e vari sconvolgimenti sociali interni (assassinii di J.F.K., M.L. King), poi negli anni ’80 di nuovo per la sicurezza, stavolta degli skatepark e per una recessione economica globale nel ’91. Finalmente arriva questa onda, la quarta, che sembrava non dover finire mai…
e invece ecco che i Bush si inventano la guerra nel golfo parte II con una seconda bella crisi economica globale… solo che stavolta invece di mollare gli skater possono comprare delle blank di buona qualità e quindi continuano. Solo che le company nel frattempo sono aumentate a dismisura e sono quotate in borsa, che fare? Attacco alle blank! Però gli skater soffrono della crisi economica come tutti gli altri, per cui forse questa campagna è senza senso . . .
Invece che utilizzare la potenza della pubblicità non sarebbe meglio cambiare il modo di promuovere lo skateboard aumentando il numero degli skater? Per esempio facendo scuola dal vivo invece che con i video e tirandosela di meno? Non so se succede anche nel resto del mondo ma diventa anche noioso quando ognuno pensa di diventare una rockstar dello skate ogni volta che si olla più di cinque scalini, anche questo rovina il divertimento… una strada piena di cloni di Corey Duffel, di Spanky ecc. ecc. Non sono dei poser anche se i trick li sanno fare? Alla fine si conformano a uno stile anticonformista, dov’è l’espressione individuale?
Per finire in bellezza uno spezzone dell’ultimo video W.B.N.E. – Working Brigade New Emotion un gruppo di Roma che finaì dagli anni ’80 si è comprato le tavole lavorando, senza elemosinare sponsor! si è divertito a esplorare la città alla ricerca di nuovi spot e nuove emozioni e con calma (molta calma… anche anni :) ) ha fatto dei video storici. Board youth
http://lads.myspace.com/videos/vplayer.swf